14 Marzo 2023

Lavori primaverili in un’azienda agricola: la strigliatura

Parlando dei lavori primaverili in un’azienda agricola come la nostra, non possiamo fare a meno di pensare immediatamente alla strigliatura. Sapete di cosa si tratta?
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lavori in azienda agricola

Cos’è la strigliatura?

Parlando dei lavori primaverili in un’azienda agricola come la nostra, non possiamo fare a meno di pensare immediatamente alla strigliatura.

Si tratta di un’attività che viene intrapresa principalmente da aziende agricole biologiche verso l’inizio della primavera; tuttavia, è interessante notare come ultimamente anche aziende ad agricoltura convenzionale stiano scoprendo i vantaggi di questa tecnica e vi si stiano approcciando.

Come suggerito dal termine stesso, la strigliatura è una tecnica effettuata mediante un attrezzo chiamato strigliatore. Grazie a denti dritti o leggermente reclinati all’apice e parzialmente flessibili, questo strumento lavora come un pettine per “strigliare” letteralmente il terreno, rompendo lo strato superficiale e sradicando le erbe infestanti, senza però danneggiare le piante di cereali che hanno già le radici ben ancorate al suolo.

strigliatore

Uno dei lavori più importanti in un’azienda agricola bio

La strigliatura è uno dei lavori primaverili più importanti per un’azienda agricola biologica, in quanto garantisce diversi vantaggi e benefici:

  • Elimina le erbe infestanti, specialmente quelle di piccole dimensioni;
  • Favorisce l’ossigenazione dei primi 2/3 cm del terreno e quindi delle radici delle piante;
  • Contribuisce a ridurre l’evaporazione del terreno, mantenendo quindi il giusto grado di umidità;
  • Consente l’interramento del concime, facilitando l’assorbimento di nutrienti da parte della pianta.

A Bersana, utilizziamo appunto questa tecnica nella coltivazione dei cereali. Durante l’inverno seminiamo i cereali autunno vernini (vale a dire il grano duro, il grano tenero, l’orzo, il farro, l’avena e la segale). In questa fase fenologica, i semi vanno verso la levata e al risveglio della primavera, quando nascono le piantine, risulta necessario andare in campo con mezzi non troppo pesanti, con gommature il più possibile larghe e compressioni non esagerate per ovviare allo schiacciamento del terreno che in questa stagione risulta soffice a causa delle piogge.

Eliminare le erbe infestanti

Lo strigliatore è uno dei mezzi leggeri utilizzati nei lavori primaverili, che ci consente di ovviare a uno dei problemi più importanti nell’ambito del biologico: le erbe infestanti. Queste crescono tra una fila di grano e l’altra, ma grazie ai rampini a molla dell’attrezzo, è possibile pulire facilmente le inter-fila dalle malerbe. La pulitura è abbastanza grossolana, ma ha comunque un’ottima efficacia, considerando soprattutto che nella coltivazione biologica non è possibile fare diserbo. Per un’azienda agricola biologica, la strigliatura, insieme alla rotazione, è quindi l’unica tecnica che aiuta a tenere pulito il terreno.

Tenete presente che le malerbe hanno una capacità di resistenza alla siccità e una memoria del seme molto più lunga rispetto ai semi “buoni”. Un’infestante può rimanere nel terreno per decenni, anche dormiente, per poi saltar fuori quando meno te l’aspetti!

Ossigenare il terreno

La strigliatura svolge anche l’importantissima funzione di ossigenazione del terreno. Rompendo la crosta superficiale, si vanno infatti a smuovere i primi strati di terreno e ciò fa sì che la pianta, che ormai ha ben radicato poiché seminata in autunno, possa riprendere il suo sviluppo. Gli elementi basilari per la vita nel terreno, e che quindi vengono trasmessi anche alla pianta, sono infatti acqua e ossigeno; arieggiando il terreno garantiamo maggiore nutrimento alla pianta in un momento fondamentale per il suo sviluppo.

Massimizzare l’azione del concime

Solitamente, la strigliatura è uno dei lavori primaverili che in un’azienda agricola si effettuano a seguito di una concimazione. Il passaggio dello strigliatore miscela infatti il terreno umido e fa sì che il concime si sciolga, amalgamandosi al terreno; in questo modo, il nutrimento del concime arriva più facilmente alla pianta e ne favorisce lo sviluppo. Ovviamente, trattandosi nel nostro caso di agricoltura biologica, parliamo sempre di concimi organici e quindi ammessi.

All’Azienda Agricola Bersana cerchiamo di ridurre il più possibile l’utilizzo di concimazioni che, per quanto organiche e naturali, ci legano a industrie esterne e limitano la nostra autonomia di agricoltori. Il nostro scopo ultimo è quello di vivificare e rendere il terreno più fertile con metodi naturali e sostenibili. Puntiamo per questo sulle rotazioni delle colture, su lavorazioni del terreno superficiali e tecniche naturali (come per esempio l’elettro-coltura, tecnica che speriamo di poter approfondire sempre di più nel corso dei prossimi anni).

Il letame e la zootecnica biologica

Il nostro intento di limitare l’impiego di concimazioni industriali (benché organiche e naturali), è legato anche alla volontà di valorizzare uno dei sottoprodotti della zootecnia biologica e quindi del nostro essere anche allevatori: il letame.

Un buon letame viene lasciato maturare in masse per mesi, a volte addirittura un anno, al fine di “disattivare” i semi delle erbe infestanti contenuti nelle feci animali e ottenere un ammendante attivo, capace di cambiare letteralmente la composizione del terreno. Un suolo argilloso, come quello dei nostri Calanchi, viene modificato dalla presenza del letame, diventando più soffice, spugnoso e in grado di accogliere la vita, quindi maggiormente ricettivo verso i semi delle coltivazioni che vengono in campo.

Un buon letame prodotto dalla zootecnia di un allevamento biologico diventa così l’altro grande alleato per poter, piano piano, “cambiare la faccia della terra” e riappropriarsi di un terreno che negli ultimi decenni ha subito uno sfruttamento improntato sempre più alla quantità che alla qualità.

L’utilizzo del letame diventa anche un modo per certificare la sostenibilità di un allevamento. All’Azienda Agricola Bersana, ci impegniamo ad allevare un numero finito di soggetti, che ci consenta di curare al massimo il benessere animale e valorizzare il rapporto con l’animale stesso. Al di là dello scopo ultimo dell’allevamento, cioè ottenere un prodotto di qualità che sia latte, carne, uova, lana ecc., è importante per noi inserire i nostri animali all’interno di un territorio in grado di sostenere tutto ciò che producono, anche le deiezioni, valorizzandole come fertilizzante naturale. A nostro avviso, il letame resta il migliore fertilizzante che ci può essere per il terreno!

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